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INSETTI MINORI
TARME
Alcune specie di insetti principalmente Lepidotteri e Coleotteri sono in grado di attaccare lana, pellicce e tessuti derivati essendo capaci di digerire la cheratina componente base di lana, piume e pelli. Tra i Lepidotteri le specie più frequenti appartengono alla famiglia dei Tineidi sono farfalline di piccole dimensioni, di colore generalmente brunastro cremeo, dorate, dalle ali sottili e dotate di volo breve. Tinea pellionella L. (tarma dei panni, lana e pellicce) Tinea biseliella Hum. (tarma chiara dei panni) Nel corso dell’anno possono succedersi da 2 a 3 generazioni in funzione delle condizioni climatiche e disponibilità di cibo. A 25 °C ed una umidità relativa del 75%il ciclo si compie in pochi mesi. L’insetto costituisce un piccolo astuccio con i peli dell’indumento e le bave sericee entro il quale la larva si rifugia. All’ordine dei Coleotteri appartengono i generi Anthrenus ed Attagenus, anch’essi caratterizzati dalle medesime esigenze alimentari. Sono insetti di piccole dimensioni (2-5 mm), con il corpo tondeggiante per i primi e più allungato negli Attagenus. Sono in grado di attaccare oltre a lana, tessuti, pellame, tappeti, oggetti di corno, nonché collezioni entomologiche, oggetti impagliati, si possono ritrovare anche sui feltri posti sotto divani, poltrone, nelle cornici dei quadri dove si accumulano detriti organici. Gli antreni sono vivacemente colorati grigio, giallo, bianco o bruno, innocui, visitano solitamente in primavera i fiori di numerose piante alla ricerca di nettare e polline. Simile anche il comportamento degli Attageni di colore bruno scuro o nero. Entrambi possono introdursi nelle abitazioni da qualsiasi finestra aperta alla ricerca dell’idoneo substrato su cui deporre le uova.

Per una corretta prevenzione nelle abitazioni buona norma è quella di riporre indumenti perfettamente puliti così come l’impiego di canfora o naftalina riduce il rischio di infestazione. Diversa la situazione in magazzini o stabilimenti atti a produrre indumenti. La lotta deve basarsi innanzitutto sulla prevenzione riducendo al minimo le possibilità di entrata degli insetti utilizzando zanzariere alle finestre e mantenere il più possibili chiuse porte e finestre rivolte all’esterno, monitorare l’area con trappole a feromone, mantenere una corretta pulizia con rimozione di tutti i frammenti di lavorazione costituiti da materiale attaccabile dalle tarme (polvere di fibre di lana, cotone, seta, peli di pellicce). Se possibile condizionamento dei depositi a bassa temperatura e a bassi valori di U.R.
ACARI
All'interno di questo ordine appartengono numerosi artropodi molto eterogenei tra loro. Generalmente sono di piccolissime dimensioni, circa 1 mm anche se alcune specie posso raggiungere il centimetro mentre altre arrivano a pochi micron di lunghezza. Anche la forma e la struttura del corpo è molto variabile, anche in funzione dell'habitat e della modalità di sviluppo. Vi sono specie parassite e altre no. All'interno del primo gruppo si trovano specie che infestano l'ambiente urbano e domestico provocando danni sia ai prodotti alimentari che agricoli, oltre che trasmettere potenziali patogeni sia agli animali che all'uomo con possibili conseguenti malformazioni e malattie. Tra questi si ricordano gli acari della polvere, gli acari delle derrate e le zecche.
  • Acari della polvere
  • Sono acari di piccolissime dimensioni, inferiore al millimetro, generalmente traslucidi, è possibile notare a volte dei glomeruli di polvere che si muovono che in realtà sono più individui aggrappati l'uno all'altro. Sono frequentemente responsabili di fenomeni allergici legati alla presenza di esuvie, secrezioni ghiandolari, e feci, che passando nel pulviscolo atmosferico vengono inalati provocando nei soggetti sensibili riniti, forme asmatiche o dermatiti.
  • Acari delle derrate
  • In Italia si riscontrano circa una trentina di specie che vivono a spese delle derrate alimentari, la più diffusa è "l'acaro della farina" Acarus siro che può infestare oltre alla farina anche il frumento già danneggiato determinandone odore sgradevole legato alla presenza di escrementi e spoglie, oltre che provocare allergie da dermatite talvolta anche gravi. Altre specie possono attaccare cereali conservati, frutta secca, formaggi, polvere di uova, prosciutti, arachidi, creando danni non solo nelle singole abitazioni ma anche nei magazzini e nelle industrie alimentari, dove provocano perdite economiche a causa della non utilizzazione dei prodotti attaccati, ormai contaminati da spoglie e feci oltre che alterazioni chimico-fisiche o anche biologiche dei prodotti stessi.
ZECCHE
A questo gruppo appartengono specie ematofaghe, che vivono sul corpo dell'ospite succhiandone il sangue. Sono cosmopolite e distribuite in numerosi habitat. Hanno un apparato boccale provvisto di dentellature che gli permettono di rimanere aggrappate all'ospite. Sono provviste di tegumento elastico in grado di estendersi durante l'alimentazione, passando da pochi millimetri a digiuno fino a 2 centimetri. Si distinguono in due tipi: le zecche molli Argasidi, prive di placche chitinose sul tegumento (scudo) e le "zecche dure" o Ixodidae dotate di scudo dorsale meno sviluppato nelle femmine per permettere la dilatazione del corpo dopo il pasto di sangue e lo sviluppo delle uova. La femmina si nutre una sola volta aumentando il peso del corpo fino a 150 volte. Queste ultime sono vettori di germi patogeni come la Rickettsia conori (febbre bottonosa) e responsabili della trasmissione della malattia di Lyme causata da Borrellia. Possono attaccare cani, gatti, pecore, bovini e a volte anche l'uomo. Sono attivi principalmente di giorno, e trascorrono gran parte della loro vita attiva sull'ospite. Si ricordano la zecca del cane, la zecca del riccio e la zecca delle pecore. Generalmente gli Argasidi stanno sul corpo dell'ospite dove si alimentano per qualche giorno per poi lasciasi cadere sul terreno resistendo a digiuno anche per molto tempo addirittura anni per poi aggrapparsi ad un nuovo ospite per effettuare un nuovo pasto di sangue. Questa procedura si ripete per circa tre volte prima che la zecca raggiunga la maturità e quindi sia pronta ad ovideporre. Maggiormente diffusa negli ultimi anni è la "zecca dei piccioni"Argas reflexus strettamente legata alla presenza dei piccioni, si trova sottotetti, nelle crepe, e nelle fessure dei muri, degli edifici, dove riesce a sfruttare anche piccole fessure di suppellettili grazie al suo corpo molto appiattito in condizioni di digiuno. Anche gli uomini possono essere attaccati soprattutto nelle ore notturne, provocando reazioni anche gravi come shock anafilattici.
PULCI
Altri insetti che possono colonizzare gli ambienti urbani sono le pulci. Si ritrovano principalmente nelle cantine, magazzini, cunicoli, incavi, tubazioni oltre che giacigli di cani e gatti. Gli insetti ematofagi presentano apparato boccale pungente e grazie al terzo paio di zampe molto robuste sono in grado di spiccare salti anche 100 volte la loro dimensione. L’adulto è in grado di rimanere a digiuno anche per un anno; nel momento in cui una vittima passa nelle vicinanze l’insetto si avventa famelico sul potenziale ospite. L’abitudine di ospitare cani e gatti nelle nostre abitazioni, nonché la presenza di moquette, tappeti in cui si possono accumulare detriti organici, facilita l’insediarsi dell’insetto che è un potenziale vettore di malattie.
PSOCOTTERI
Piccolissimi insetti, con apparato boccale masticatore si nutrono di detriti di origine animale e vegetale, ma anche di muffa. Si ritrovano sia all’esterno in luoghi riparati nel terreno, sotto le corteccia, ma anche nelle abitazioni, in particolare nei libri, tra le carte o nelle scatole di cartone, o ancora nelle imbottiture dei mobili preferendo ambienti umidi. Elevate densità si possono rinvenire in magazzini di imballaggi e di prodotti alimentari o nei silos di cereali. I danni sono legati alle erosioni che possono provocare in particolare nelle biblioteche ma anche come possibili vettori di malattie e responsabili di fenomeni allergici come le dermatiti.
LEPISME
L’adulto di 15-20 mm è bruno con riflessi argentei e si riconosce per il caratteristico corpo molto appiattito con addome dotato di vistose appendici. Le antenne sono lunghe e sottili. Dotati di appartato boccale masticatore, vivono in ambienti umidi sotto le pietre, vasi di fiori o foglie in decomposizione, tra i muschi ma anche all’interno degli edifici, magazzini, biblioteche o industrie. In particolare nelle abitazioni private è frequente rinvenire la specie Lepisma sachcarina nota come il pesciolino d’argento, caratterizzato da rapidissimi movimenti, al contrario delle blatte non è in grado di arrampicarsi su superfici vetrificate. Lucifaga predilige ambienti oscuri come crepe, anfratti di pareti e pavimenti, riuscendo a sopravvivere anche fino a 3 anni in condizioni favorevoli. Attacca cartone, libri, tappeti, ma anche detriti alimentari se presenti angoli non ben puliti. I danni sono legati principalmente al fastidio di avere un intruso in casa, in quanto non risultano essere potenziali vettori di malattie.
EILEMA CANIOLA
L' Eilema caniola è un lepidottero, parente stretto della famosa Ifantria americana.Mentre l’adulto passa piuttosto inosservato e spesso confuso con altri lepidotteri notturni che occasionalmente volano nelle case, le larve sono particolarmente malviste dai cittadini pur non avendo alcun effetto negativo sulla salute dell'uomo.. Le larve di eilema si cibano di alghe, muschi e licheni ed è per questo motivo che sono molto diffuse nei centri storici dove i tetti delle case sono ricoperti da vecchi coppi o comunque nelle zone esposte a nord dove vi è maggiore umidità e temperature più fresche. Gli adulti sono piccole farfalline lunghe 3-4 cm di color panna. La larve di color grigio brunastro, lunghe circa 2 cm, sono ricoperte da una folta peluria e sono visibili in pieno giorno in prossimità di muri, finestre e lucernari.
GIBBIUM PSYLLOIDES
adulti misurano 1.5 - 3 mm di lunghezza, presentano un corpo di colore rosso-marrone lucido. Le femmine possono deporre fino a 120 uova, singolarmente o in gruppi all’inizio della stagione estiva. Le uova si schiudono dopo 16 giorni e restano alla stadio larvale per un massimo di 6 settimane. A una temperatura ottimale per la loro proliferazione (33°C) il loro ciclo vitale si conclude in circa 45 giorni. Gli adulti si nutrono di sostanza organica di origine vegetale ma possono sopravvivere per lunghi periodi in assenza di cibo, amano gli ambienti umidi e non risultano nocivi per l'uomo.
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